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Precariato nella scuola, l’UE trascina l’Italia davanti alla Corte di giustizia

L’Italia sotto procedura infrazione UE per l’abuso dei contratti a termine per docenti e ATA precari.03/10/2024

Precariato nella scuola, l’UE trascina l’Italia davanti alla Corte di giustizia

L’Italia sotto procedura infrazione UE per l’abuso dei contratti a termine per docenti e ATA precari.

03/10/2024

La Commissione Europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per l’utilizzo abusivo e reiterato di contratti a tempo determinato e per le condizioni di lavoro discriminatorie previste nel nostro sistema scolastico. Secondo la Commissione, l’Italia, in piena violazione delle previsioni contenute nella Direttiva del Consiglio 1999/70/CE, non ha disposto norme necessarie per vietare la disparità di condizioni di lavoro e il ricorso abusivo a contratti a tempo determinato successivi.

Inoltre, la Commissione osserva che la legislazione italiana che determina la retribuzione dei docenti a tempo determinato nelle scuole pubbliche non prevede una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio. Questo costituisce un’ulteriore discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato.

La decisione odierna di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea dà seguito alle censure formulate nel parere motivato dell’aprile 2023, in quanto la risposta dell’Italia è stata assolutamente insufficiente.

Infatti, nell’anno scolastico 2024/25 saranno ben 250.000 i lavoratori precari docenti e ATA che presteranno servizio nelle scuole del nostro paese. Tale numero rappresenta la misura del fallimento delle politiche del reclutamento portate avanti dai governi che si sono succeduti grazie ai quali 1 lavoratore su 4 oggi a scuola è precario.

La procedura di infrazione certifica una condizione che la FLC CGIL non ha mai smesso di denunciare chiedendo soluzioni rapide ed efficaci sostenute da diverse iniziative di mobilitazione a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori precari. Occorre, innanzitutto, procedere all’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili sia per i docenti che per il personale ATA e stabilizzare i posti di sostegno che sono oltre 130.000 per dare prospettive certe a chi oggi, da lavoratore precario, permette alla scuola di funzionare.

Anche sul versante salariale il governo non ha fatto nulla, stanziando risorse assolutamente insufficienti per il rinnovo del contratto che non solo non permettono di equiparare gli stipendi tra personale a tempo determinato e indeterminato ma neppure di recuperare il tasso d’inflazione.

Precarietà, un vulnus che ostacola l’avvio dell’anno scolastico e viola i diritti di docenti e ATA. La FLC CGIL sostiene le iniziative spontanee di mobilitazione

Si tratta di una situazione insostenibile denunciata da anni dalla FLC CGIL e confermata dalla Commissione Europea con il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia. Occorre dare risposte certe a chi da anni consente il funzionamento delle scuole.

03/10/2024

Ad anno scolastico avviato, pervengono ancora – da parte di lavoratori, studenti, famiglie – segnalazioni di ritardi nell’assegnazione del personale docente e ATA e di carenze di organico che impediscono il regolare svolgimento delle lezioni.

Tali criticità confermano la grave condizione in cui versa la scuola italiana, a rischio di implosione per l’alta incidenza di precarietà delle lavoratrici e dei lavoratori.

Non stupisce quindi, ma preoccupa, il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia UE da parte della Commissione europea per la perdurante violazione della normativa sul lavoro a tempo determinato nel settore scolastico con l’accusa di non avere adottato misure sufficienti per porre fine all’ abuso dei contratti a termine e alle condizioni di lavoro discriminatorie per il personale docente e Ata precario.

Alla luce della situazione descritta, la FLC CGIL rivendica immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, stabilizzazione dei posti di sostegno in deroga, implementazione degli organici docenti e ATA e sostiene le iniziative spontanee di protesta per chiedere prospettive certe per chi da anni, in condizione di precarietà, consente il funzionamento delle scuole.

Il prossimo appuntamento sarà con gli “idonei 2020” venerdì 18 ottobre davanti agli uffici scolastici regionali di diverse città.

DICHIARAZIONE DI FRACASSI, SEGRETARIA FLC CGIL

Nel prossimo anno scolastico nel nostro Paese ci saranno 250 mila precari tra personale docente e ATA. Questa è la misura del fallimento dei governi che si sono succeduti e che hanno consentito e continuano a consentire che 1 lavoratore su 4 nella scuola sia a tempo determinato. Bisogna agire molto rapidamente e la procedura di infrazione non fa altro che certificare una condizione che come FLC CGIL abbiamo sollevato in questi anni”. Così Gianna Fracassi, segretaria generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

Per la dirigente sindacale: “Le chiacchiere su questo stanno a zero. Prima di tutto occorre immettere in ruolo tutti i docenti e su tutti i posti vacanti e disponibili, e fare lo stesso per il personale ATA; è necessario poi stabilizzare i posti di sostegno che sono oltre 130 mila e procedere rapidamente a garantire delle prospettive certe a chi oggi tiene in piedi la scuola”.

Inoltre, sul versante salariale, il governo ha fatto poco o niente. Ha banalmente deciso di non attribuire dieci punti percentuali di inflazione a stipendi già molto bassi. Da questo punto di vista, lo diremo al ministro nell’incontro previsto la prossima settimana, queste risorse per il rinnovo del contratto non solo sono insufficienti per procedere a un’equiparazione tra personale a tempo determinato e a tempo indeterminato, ma non contribuiscono neppure a rispondere all’inflazione, da un lato, e valorizzare gli stipendi dall’altro”, conclude Fracassi.

Educazione civica: è prerogativa dei collegi dei docenti progettare e definire percorsi didattici coerenti con la legge 92/2019

Autonomia progettuale-didattica delle scuole e libertà di insegnamento continuano a essere punti di riferimento per l’esercizio della professione docente.

03/10/2024

Le nuove Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, emanate con decreto ministeriale 183 del 7 settembre 2024, dovrebbero, nell’intenzione del ministro Valditara, sostituire a partire dall’anno scolastico 2024/2025 quelle precedenti, che risalgono al 2020.

La FLC CGIL ha già denunciato l’emergere prepotente di un modello di scuola funzionale a un sistema che tutto subordina all’economia del profitto e di un’impostazione ideologica finalizzata a formare le nuove generazioni secondo una logica identitaria-nazionalistica e individualistica.

Inoltre, l’enorme quantità e la prescrittività degli obiettivi di apprendimento e dei contenuti indicati nel documento azzerano di fatto il percorso di progettazione didattica attuato dalle scuole autonome negli ultimi quattro anni.

Nella convinzione che i docenti italiani intendano respingere tale impostazione per affermare il valore di una conoscenza laica, plurale, inclusiva e democratica, la FLC CGIL ritiene che nessun ministro abbia la facoltà di limitare l’autonomia progettuale e didattica delle scuole e la libertà di insegnamento sancita dalla Costituzione.

Si ritiene infine che l’incoerenza, in termini di principi, obiettivi di apprendimento, competenze attese, delle nuove Linee guida rispetto alla Legge 92/2019 che istituisce l’insegnamento dell’educazione civica, potrebbe rappresentare un elemento di inapplicabilità, non potendo un decreto ministeriale prevalere e contraddire la norma primaria di riferimento.

La FLC CGIL sostiene quindi le scuole che intendono dare continuità all’esperienza maturata nel corso degli anni, continuando a esercitare le proprie competenze professionali nell’ambito delle deliberazioni collegiali e dell’autonomia scolastica.